by Francesco Paolo Sgarlata |
E’ da molto che parliamo dell’esigenza irrimandabile di una Costituzione europea federale.
Tra i diversi motivi che la rendono tanto necessaria, uno è sicuramente la necessità di stabilire una base comune, condivisa e fuori discussione, per tutti i Paesi membri che la adotteranno e di evitare così che qualsiasi tornata elettorale in ogni singola nazione si tramuti di fatto in un test sul futuro dell’Unione Europea.
La Francia in questi giorni è un esempio emblematico di questo problema. Macron, il leader europeo dalla visione più ampia e lungimirante, è stato penalizzato dalle ultime elezioni nazionali, che hanno invece premiato gli esponenti delle ali francesi più radicali di destra e di sinistra.
In questo scenario di difficile governabilità – e con lo spauracchio di nuove elezioni ancora più nefaste, nel caso non si riuscisse a trovare una soluzione – Macron risulterà molto probabilmente indebolito anche a livello europeo, non potendo contare su una maggioranza coesa, ma anzi essendo obbligato a difficili compromessi con partner di governo euroscettici o addirittura antieuropei.
Ora, se non sta a noi – non essendo francesi – giudicare l’operato di Macron a livello nazionale, come europei non possiamo non valutare positivamente la sua opera.
Con Macron abbiamo finalmente visto un vero leader capace di rappresentare l’Europa: non solo con Putin, cercando purtroppo inutilmente di trovare una via per evitare la guerra, ma anche con Biden, dal quale ha avuto la forza di prendere le distanze quando questi eccedeva nelle sue esternazioni contro il leader russo.
E’ ora di spogliarci da miopi visioni provinciali, da meschine gelosie scioviniste e pensare in grande, alla necessità di una carica in grado di avere reali poteri di rappresentanza in nome dell’Europa in ambiti strategici condivisi, come per esempio la difesa comune.
Anche per questo all’Europa serve una Costituzione, non un coacervo di trattati.
E un leader. Un vero leader.
Francesco Paolo Sgarlata
Editorial Director