by Francesco Paolo Sgarlata |
“È un giorno triste per l’Europa. Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista, un sincero democratico e un uomo buono.” Così Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha ricordato commossa David Sassoli.
Entrato in politica nel 2009, fu tra i più votati in Italia in occasione delle elezioni di quell’anno per il Parlamento Europeo, iniziando così il primo dei suoi tre mandati consecutivi.
Quindici anni di esperienza nei gangli dell’apparato europeo, di cui ha conosciuto l’importanza fondamentale e le criticità latenti: prima di essere eletto Presidente del Parlamento Europeo – settimo italiano a ricoprire la carica – ne è stato infatti Vicepresidente per ben due volte, oltre che membro della Commissione Trasporti e Turismo, membro della delegazione interparlamentare UE-Israele, membro della Delegazione UE-Serbia e dal 2016 Presidente del Gruppo di Amicizia Europa-Albania.
Nel suo discorso di insediamento del 2019 come neoeletto Presidente del Parlamento Europeo aveva ribadito l’importanza di recuperare lo spirito costituente dell’Unione:
“Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. In questi mesi, in troppi, hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia.
I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi.
Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. (…)
Cari colleghi, pensiamo più spesso al mondo che abbiamo, alle libertà di cui godiamo…. E allora diciamolo noi, visto che altri a Est o ad Ovest, o a Sud fanno fatica a riconoscerlo, che tante cose ci fanno diversi – non migliori, semplicemente diversi – e che noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità. (…)
Le nostre regole economiche devono saper coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente. (…)
La rivoluzione digitale sta cambiano in profondità i nostri stili di vita, il nostro modo di produrre e di consumare. Abbiamo bisogno di regole che sappiano coniugare progresso tecnologico, sviluppo delle imprese e tutela dei lavoratori e delle persone. Il cambiamento climatico ci espone a rischi enormi ormai evidenti a tutti.
Servono investimenti per tecnologie pulite per rispondere ai milioni di giovani che sono scesi in piazza, e alcuni venuti anche in quest’Aula, per ricordarci che non esiste un altro pianeta. (…)
Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi. Colleghe e colleghi, abbiamo bisogno di visione e per questo serve la politica. Sono necessari partiti europei sempre più capaci di essere l’architrave della nostra democrazia. Ma dobbiamo dare loro nuovi strumenti. Quelli che abbiamo sono insufficienti. (…)
L’Europa si fonda sulle sue Istituzioni, che seppur imperfette e da riformare, ci hanno garantito le nostre libertà e la nostra indipendenza. (…)
Signori del Consiglio Europeo… non potete continuare a rinviare le decisioni alimentando sfiducia nelle nostre comunità, con i cittadini che continuano a chiedersi, ad ogni emergenza: dov’è l’Europa? Cosa fa l’Europa? Questo sarà un banco di prova che dobbiamo superare per sconfiggere tante pigrizie e troppe gelosie. E ancora, Parlamento, Consiglio e Commissione devono sentire il dovere di rispondere con più coraggio alle domande dei nostri giovani quando chiedono a gran voce che dobbiamo svegliarci, aprire gli occhi e salvare il pianeta.”
Durante la presidenza di David Sassoli l’Europa ha dato un forte segnale della sua presenza e della sua importanza fondamentale per i singoli Paesi che la compongono e per il mondo intero. Il suo programma di sostegno senza precedenti ha salvato diversi Stati membri, già in difficoltà, dalla devastante crisi economica provocata dal Covid che li avrebbe portati alla bancarotta, mentre il nuovo, epocale green deal intrapreso dall’Unione Europea ha indicato la strada anche al resto del mondo per la lotta ai nefasti cambiamenti climatici che si stanno manifestando con sempre maggiore drammaticità.
Anche per quanto riguarda la crisi energetica che sta facendo lievitare i costi di gas, elettricità e di beni di consumo, il Presidente Sassoli ha sostenuto la creazione di una centrale acquisti amministrata a livello europeo, alla quale gli Stati membri possano aderire su base volontaria, per negoziare condizioni più favorevoli per l’approvvigionamento condiviso di combustibili, di beni strumentali, di farmaci e materiali sanitari.
Di fronte a fenomeni globali come l’avvento di nuove superpotenze che stanno mutando e muteranno fortemente gli equilibri internazionali, di fronte ai cambiamenti climatici che stanno stravolgendo i fenomeni naturali, di fronte a minacce alla nostra salute e alla nostra vita sociale come il Covid, di fronte al pericolo delle nefaste crisi finanziarie internazionali, di fronte a fenomeni di massa come le migrazioni dai paesi del terzo mondo, solo politiche europee comuni potranno difendere i singoli Stati.
Ecco perché “solo la sovranità comune europea può consentire di dare senso e respiro alla sovranità nazionale. E’ una dinamica che si è capovolta nel processo di integrazione.” ha detto molto lucidamente David Sassoli nel suo intervento al Meeting di Rimini dell’anno scorso.
In altre parole, essere nazionalisti oggi significa essere europeisti.
“Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi.” ha dichiarato David il giorno del suo insediamento.
Lui l’aveva capito prima di molti altri.
David, alcuni passi fondamentali che tu auspicavi sono stati fatti, altri sono ancora da iniziare, ma il cammino verso la ristrutturazione della nostra casa comune europea è ormai avviato, anche grazie a te.
Francesco Paolo Sgarlata
Editorial Director
Super… benissimo complimenti